Quando abbiamo informato Angelica che saremmo andati in Francia,
ci ha stupito dicendo che lei sapeva il francese e dichiarando Bonjour, comment ça va.
Scoprimmo che lo diceva Peppa Pig, per fortuna i cartoni animati qualcosa di
istruttivo lasciano. Chissà cosa lascerà questo piccola escursione in terra
francese ?
Questa volta la scelta è caduta sulla Provenza (con estensione
alla Camargue) perché volevamo vedere con i nostri occhi il rosso ocra di
Roussilon, rimanerne incantati, affondare le nostre mani e quelle di Angelica
in quella sabbia così inusuale!Volevamo poi assaporare i sapori e i profumi di
questa terra.
Partiamo, come di consueto, ben dotati di guide ed itinerari tutti
studiati a tavolino, grazie anche ai consigli di tanti amici che ci hanno
preceduto. Quest'anno l'onere di portarci in giro spetta alla Grande Punto, il
bagagliaio non è grande, ma per 4 gg cosa ci sarà da portare.....
La giornata è bella, quasi
estiva. Sosta pranzo prima di Ventimiglia e poi si sconfina. La Punto con gpl
arranca un po' sui sali e scendi della costa. Facciamo compagnia ai tir in
colonna! Ma non abbiamo fretta. Alle 5 puntuali raggiungiamo la nostra prima
meta, Arles, una piccola strada che si fa via via sempre più stretta ci conduce
(prima che scompaia del tutto) a Mas de Jacques, ossia il bellissimo
casale in stile provenzale che abbiamo scelto per il nostro soggiorno.
Ecco, già abbiamo trovato un po’ di quell'atmosfera e di quei colori che
cercavamo.
Arles, alla scoperta di Van Gogh
Il nostro primo giorno è uggioso, ha piovuto molto la notte ma per
fortuna la mattina ha smesso, ma il cielo è ancora plumbeo. Clima ideale per
visitare Arles
Arles è famosa per l'Arena e l'anfiteatro romano, direi anche ben
conservati, un angolo di Roma in Provenza.
Entriamo all’Arena e spieghiamo ad Angelica che qui si svolgono
gli spettacoli dei tori (corride non cruente) e quando ci sediamo sugli spalti
sembra di vedere i tori entrare e la folla che acclama..
Intorno all’Arena vi sono le immancabili bancarelle, dove
trionfano le rinomate tovaglie provenzali, gli umidificatori a forma di cicala di tutti i tipi e
colori, i sacchetti profumati di lavanda, le saponette
colorate e Angelica non vorrebbe piu’ venire via.
Ti affascina Arles, con questa atmosfera antica, con le sue viuzze
strette in cui perdersi e ritrovarsi.
Sarà proprio questo fascino ad aver spinto Van Gogh a lasciare la
umida Parigi e a trasferirsi qui, per farsi ispirare. Fu proprio qui che
dipinse oltre 300 quadri, tra cui i piu’ famosi.
Esiste un vero e proprio circuito Van Gogh, dove riscoprire i luoghi
che il pittore ha riprodotto. Acquistiamo a € 1 la piantina di questo circuito all'Ufficio del turismo e ci mettiamo a caccia e qualcosa troviamo
Il caffè Van Gogh è forse la tappa piu’ facile
Ci spingiamo anche fuori dalla città per cercare il famoso ponte
Si resta un po’ stupiti nel trovarsi davanti ai luoghi che fin ora
hai visto solo nei quadri
Concludiamo la giornata al parco giochi. Il viaggio con i bimbi è
anche questo, momenti tutti per loro e noi ad osservare la nostra Angelica mai
stanca e sempre entusiasta di tutte le novità
Camargue, che avventura!
Apriamo le finestre azzurre “del nostro casale” e un cielo dello
stesso colore illumina tutte le stanze! La giornata ideale per visitare la
Camargue
Abbiamo scelto di scoprire il parco nazionale della Camargue con
un’escursione sul traghetto TIKI III, già il nome sa di avventura. E’ rosso e
bianco e un po’ ricorda le vecchie imbarcazioni del Missisipi, quelle del
cartone animato Tom Sawyer
In circa un’ora e mezza, il TIKI III effettua una rapida
navigazione sul piccolo Rodano, alla caccia dei volatili tipici della zona,
cormorani, gabbiani e tanti altri che la guida ci illustra sulla brochure e ci
indica quando li incontriamo.
Lungo il tragitto si accosta verso riva dove una bionda
cavallerizza accompagna (non casualmente ma “a comando”) un gruppo di tori e
cavalli tipici della Camargue (a volte sembra di essere più in Andalusia che in
Francia).
Quando scendiamo, Angelica continua imperterrita l'
avventura, munita del suo cannocchiale, alla ricerca di chissà quale animale.
Salutiamo il TIKI III e in pochi minuti raggiungiamo Saintes
Maries des la Mer, cittadina di mare, tappa obbligata in Camargue.
Le tre Marie sono le patrone dei Gitane, ci sono molti carri di
gitani lungo il fiume adibiti ad abitazione, le gipsi house per chi vuole
provare una vacanza (molto) alternativa. Ci avevamo fatto un pensiero al
momento dell’organizzazione del viaggio ma poi abbiamo preferito le comodità,
anche se Angelica sarebbe stata contenta di questa casa tutta particolare.
L’atmosfera è quella tipica delle vacanze.
È particolare Saintes
Maries des la Mer perché per i colori ricorda molto le città del sud Italia,
case bianche, basse, la chiesa in pietra, ma contemporaneamente sembra di
essere in Spagna e non in Francia. Ovunque ristoranti che propongono paella e
poi bancarelle che espongono tori in peluche e la porcellana tipica andalusa.
Strani connubi che rendono speciale questo luogo, di cui subito ci
innamoriamo.
Per pranzo la paella è d'obbligo e il nostro ristorante che scegliamo sembra proprio spagnolo
La spiaggia ci aspetta, riscaldata da un sole quasi estivo. Non abbiamo il costume, ma non importa, Angelica non resiste alla sabbia
e al mare e anche per noi sono momenti di relax.
Siamo proprio in vacanza.....
Manca l’ultima tappa di questa lunga giornata: il parco
ornitologico. Li abbiamo visti tante volte in foto, alla televisione, ma
trovarsi decine di fenicotteri rosa a pochi metri ti lascia senza parole.
Sembra quasi che danzino sull'acqua, così eleganti e romantici.
Il parco è tenuto molto bene, immerso nel verde, con stagni,
sentieri, canneti, ponti, passerelle e punti di avvistamento simili a
quelli africani. Affiorano alla mente mia e di Stefano quei safari al Gruker
park di tanti anni fa e quella voglia di tornarci con la nostra Angelica. Ora
però stiamo vivendo un’altra avventura.
Prima di ritornare ad Arles, c è solo il tempo per accarezzare e
ammirare da vicino i bianchi cavalli della Camargue. Qui ovunque ci sono
maneggi che offrono promenade au cheval, peccato non averci pensato prima,
Angelica avrebbe proprio voluto fare il suo giro sul pony.
Roussillon, dove l’ocra ti incanta
L’abbiamo tenuta per ultima, la meta che ci ha ispirato questo
viaggio: Roussilon
Arriviamo di buon ora quando ancora i turisti sono pochi,
equipaggiati di scarpe da trekking e abiti comodi pronti ad affrontare il
“sentiero dell’ocra”
Il paesaggio che ti trovi davanti è difficile da descrivere, forse le fotografie possono aiutare, ma bisogna trovarsi li, calpestare quel terreno, toccare quelle terra rossa e osservare lo spettacolo della natura che diventa un quadro
Lasciare Angelica libera di sporcarsi, giocare, e vedere la sua espressione incredula di fronte a tanto colore
All'interno del canyon si possono scegliere due sentieri, uno breve e uno piu’ lungo, ci avventuriamo in quest’ultimo (circa 1h. di camminata) e ne vale davvero la pena e sorprendentemente anche Angelica lo percorre tutto senza problemi.
All'uscita è possibile acquistare come souvenir un barattolo “d’ocra” e non resistiamo.
Nota pratica: i vestiti si sono smacchiati senza problemi con un normale lavaggio in lavatrice a 40 gradi!
Dopo un buon pranzo, che ci rifà delle fatiche, visitiamo Roussillon paese, dove tutto è stato costruito con i mattoni color ocra e questo lo rende un vero gioiello da scoprire.
Noi siamo stati fortunati perchè abbiamo trovato uno splendido
sole che ha illuminato ancora di piu’ l’ocra.
L’ultima meta della giornata è Gordes, famoso borgo della Provenza
e anche invaso da bus turistici. L’ammiriamo da lontano, Angelica è stanca e
non riusciamo a svegliarla..pazienza!
La mattina successiva è già ora di ripartire, lasciamo un
bellissimo sole e troviamo invece in Italia una pioggia battente.
Ci è piaciuto questo assaggio di Provenza, ci ripromettiamo di
tornare per vedere la lavanda fiorita e magari pernottare in una Gipsi House